Che cosa fare nella riserva dello Zingaro, paradiso naturale della Sicilia

Poche storie parlano dell’amore a lieto fine degli uomini per la propria terra come quella che, il 6 maggio del 1981, si concluse con l’istituzione della Riserva naturale orientata dello Zingaro, la prima area naturale protetta della Sicilia. Fu per scongiurare la costruzione della strada litoranea di collegamento tra le due località di Scopello e San Vito Lo Capo, infatti, che il 18 maggio del 1980, duemila ambientalisti marciarono tenendosi per mano impedendo così la cementificazione di questo tratto di costa siciliana e proteggendo (si spera per sempre) uno degli ecosistemi naturali più ricchi del Mediterraneo.

Rocce calcaree a strapiombo su un mare limpido e turchese, piccole insenature e spiagge di ciottoli bianchi, anfratti e grotte abitate fin dal Paleolitico superiore, come l’importante sito preistorico della grotta dell’Uzzo, e poi le palme nane (il simbolo dello Zingaro) che ricrescono tra la gariga e la macchia mediterranea, anno dopo anno, nonostante i numerosi incendi. Oggi, per esplorare la riserva via terra, si può solo camminare. Dei cinque percorsi, tutti ben segnalati e percorribili con ai piedi gli scarponcini da trekking e una buona dose d’acqua potabile, il più facile e battuto asseconda per sette chilometri la costa (calcolare circa 2 ore, solo per l’andata), dall’ingresso sud (a Scopello) fino all’accesso nord (a San Vito Lo Capo) e rappresenta la scelta ideale per accedere agevolmente alle calette più spettacolari come Cala Capreria, Cala Disa, Cala Beretta, Cala Marinella, Cala Torre dell’Uzzo e Cala Tonnarella dell’Uzzo (la bellissima Cala Varo, invece, è raggiungibile solo via mare).

I MUSEI E LA TONNARA
Tra un bagno e l’altro, approfittando anche del minore flusso turistico che sta vivendo la riserva dal 2017 come diretta conseguenza (o almeno così raccontano gli operatori locali) della chiusura della base aerea della compagnia low cost Ryanair all’aeroporto di Trapani, ci si può trattenere qualche ora in più e visitare, oltre al Centro di educazione ambientale, anche i cinque musei dedicati a varie tematiche, dalla pesca del tonno rosso al Museo delle attività marinare alla lavorazione del grano al Museo della civiltà contadina e dall’arte d’intrecciare la giummara (la palma nana) e le altre fibre vegetali al Museo dell’intreccio fino all’antico utilizzo della manna al Museo della manna. E infine, la fauna e la flora al Museo naturalistico dove, tra le altre curiosità in mostra, si scopre che proprio nei cieli dello Zingaro, insieme ai numerosi rapaci, vola anche la rara aquila del Bonelli.

Ma birdwatching a parte, la vera e indiscussa star della riserva e più in generale della costa occidentale siciliana rimane la Tonnara di Scopello. Scelta come location cinematografica di Ocean’s Twelwe e Il Commissario Montalbano, quest’antica costruzione adibita alla pesca dei tonni, in funzione dal Settecento e fino agli anni Ottanta del Novecento e oggi adibita a museo, infatti, offre un’incomparabile scenografia naturale incastonata com’è tra gli alti faraglioni che spuntano maestosi dall’acqua.

LE SIRENE DI AQUAMARINE
A rendere ancora più magica la bellezza dello Zingaro, da maggio a ottobre ci pensano Aquamarine Sea Passion Sicily e Sirenes Mermaid Lifestyle, due nuove realtà di Castellammare del Golfo che propongono un turismo etico con iniziative e attività legate al mare, dalle intense escursioni giornaliere in barca alle crociere di più giorni in caicco tra le isole Egadi e la riserva. Tra i gazebi in fila nel porto turistico della cittadina siciliana, la loro proposta non passa di certo inosservata perché, ad accogliere i clienti sulla banchina, ci sono niente di meno che due “sirene”.

Oltre alle lezioni di yoga, danza Gypsy, Sufi e Bollywood e alle uscite di biosnorkeling, lo snorkeling guidato fatto con pinne, maschera e boccaglio per imparare a conoscere, riconoscere e apprezzare le molteplici forme di vita che popolano l’ambiente marino, infatti, le istruttrici Maya e Kate propongono corsi di mermaiding, la disciplina acquatica (riconosciuta dalla FIAS) che riproduce il nuoto delle sirene. Con indosso una leggera guaina che racchiude il corpo dai fianchi ai piedi, a loro volta inseriti in una monopinna flessibile, nelle stesse acque siciliane che, da Omero a Giuseppe Tomasi di Lampedusa (il modello di riferimento non è certo la Sirenetta di Disney!), hanno fatto vivere il mito delle fantastiche creature incantatrici, gli adulti e i bambini si muovono fluidi nel mare alternando il nuoto, l’apnea e le risalite. Difficile? Per iniziare basta un po’ di acquaticità e i risultati sono incoraggianti: tonifica e rassoda, rafforza i muscoli dorsali e lombosacrali e dona armonia fisica, emotiva e mentale. E gli sguardi attoniti dei bagnanti quando vedono arrivare dal mare delle vere e proprie sirene non ha prezzo. Da provare!

Fonte: https://www.touringclub.it

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